Si conclude lunedì 13 ottobre in Fiera a Verona la X edizione di ArtVerona che ha visto un incremento del 20% degli espositori e un innalzamento della qualità delle gallerie e delle proposte.
«Abbiamo investito in ArtVerona – dichiara Guidalberto di Canossa, vicepresidente di VeronaFiere – per il ruolo attivo che ricopre nel mercato dell’arte, comparto importante del nostro Paese». Il nuovo accreditamento di VeronaFiere è mosso dal desiderio di intessere sinergie con le istituzioni e le realtà economiche più sensibili all’arte, operazione che è stata premiata con una crescita del 30% delle presenze. In questa direzione va anche la collaborazione con Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea e la costituzione di un Fondo Acquisizioni che prevede un impegno di 100 mila euro a supporto dei giovani artisti emergenti.
E proprio la Fondazione Domus, nella veste del suo direttore artistico Luca Massimo Barbero (curatore della Peggy Guggenheim Collection di Venezia e direttore artistico della Galleria d’Arte Moderna Forti al Palazzo della Ragione di Verona, insieme a Mario Gandolfi per la commissione selezionatrice, andranno ad inviduare, durante i giorni della fiera e ad annunciare le opere selezionate: «un modo per sviluppare il legame con il sistema dell’arte nazionale».
ArtVerona è convinta della centralità che gioca il virtuoso rapporto tra arte e impresa per lo sviluppo del nostro Paese e per questo sono stati proposti, oltre alle esposizioni, ai progetti e ai vari laboratori anche incontri, convegni e dibattiti.
Giovedì 9 ottobre, si è svolto il primo appuntamento dal titolo quanto mai attuale Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, con il giornalista Antonio Calabrò, un appuntamento tra istituzioni, imprenditori e operatori nato dalla collaborazione con Arte e Imprese de Il Giornale dell’Arte, per fare il punto sulle possibili sinergie tra mondo dell’arte, della cultura e delle imprese.
La filiera culturale italiana muove il 15,3% del valore aggiunto nazionale, equivalente a 214 miliardi di euro. Ma la forza della cultura va ben oltre, grazie ad un effetto moltiplicatore pari a 1,67 sul resto dell’economia: così per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,67 in altri settori. Con effetti positivi anche sul fronte dell’occupazione: le sole imprese del sistema produttivo culturale danno lavoro a 1,4 milioni di persone , il 5,8% del totale degli occupati in Italia.In questo panorama la regione Veneto è la terza dopo Lazio e Marche, e Vicenza e Treviso rispettivamente quarta e quinta nell’analoga classifica delle provincie italiane.
Con i grandi padiglioni 11 e 12 pieni di gallerie che presentano opere moderne e contemporanee, una sezione dedicata ai giovani e uno spazio totale per Enrico Castellani dal titolo: L’Opera in bianco a cura di Andrea Bruciati si chiude questa importante nuova sfida artistica veronese.
Quale sia oggi il ruolo dell’arte nella cultura e “sotto cultura” attuale è un dibattito aperto, quale il ruolo dell’economia nella comunicazione, comprensione e fruizione dell’evento artistico è davvero un problema da affrontare caso per caso, perché l’arte non diventi solo business. Tanto più oggi in tempi di crisi in cui, per rispondere ad esigenze reali, si rischia di accontentare l’ appetito materiale trasformando l’opera, qualsiasi essa sia, in una superficiale visione estetica lontana dal messaggio.
Il dibattito è aperto, e queste sono solo suggestioni. Interessante, a questo proposito il libro L’artista e il potere di Alessandro Dal Lago e Serena Giordano, edizioni Il Mulino.
Cristiana Albertini