Per parlare di Messico, Paese ospite quest’anno a Verona per il Tocatì, non poteva mancare lo scrittore in Sala Farinati, sabato 20 settembre. A dialogare con Pino Cacucci il giornalista Beppe Muraro e Maria Cecilia Graῆa, docente di Lingue e Letterature ispano-americane all’Università di Verona. Quell’amatissimo Messico esplorato nei lunghi viaggi, diventato con le sue storie, i suoi usi e costumi e i paesaggi, protagonista di molti romanzi da Puerto Escondido, tradotto poi nel famoso film, a La polvere del Messico, da Nahui a Viva la vida!, a Le balene lo sanno, testi di successo, che gli hanno valso molti riconoscimenti.
Un Paese, il Messico, dalle forti passioni, dagli accesi contrasti, dove è facile trovare ispirazioni, spunti di scrittura perché è terra inesauribile di racconti, che mescola mirabilmente le vicende degli ultimi con le biografie di personaggi storici importanti come nel caso delle artiste Frida Kahlo e Tina Modotti. Una Terra che affascina per le sue spiagge, le palme, la natura incontaminata, in cui tra cielo e acqua regna ancora il silenzio. Come accade a Mahahual, un paesino sperduto di appena 1000 abitanti che dà il nome al suo ultimo libro. Qui gli abitanti lottano per preservare il territorio dalle distruttive mire capitalistiche, si respira ancora aria di libertà, si gode dello stare insieme, confondendosi con la gente. Si scoprono emozioni. A Mahahual, tra barriere coralline, lussureggianti mangrovie e pescatori, viene voglia di fuggire, come ha fatto Cacucci trent’anni fa, in fuga da un Occidente in preda al caos e alle contraddizioni.
Corinna Albolino