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Cultura

Lello Gurrado a Tocatì per parlare del suo libro «Fulmine»

Sabato 20 settembre alla Biblioteca civica, all’interno degli appuntamenti organizzati dal Tocatì, il giornalista e scrittore Lello Gurrado, inviato speciale e capo redattore delle più importanti case editrici nazionali, intervistato dal giornalista Beppe Muraro, incontra il pubblico, molto scarso per altro e quasi esclusivamente femminile.

Muraro presenta Gurrado come uno scrittore molto abile nel giocare con le parole e le trame narrative e, nell’occasione, illustra il suo ultimo libro, Fulmine, edizione Marcos y Marcos 2014. Una storia che parte dalla Puglia per arrivare al Veneto, un libro che racconta il problema dell’immigrazione, del lavoro in nero e di una figura eroica come quella di Fulmine, un ragazzo che nasce nel Salento e che diciottenne parte in cerca di fortuna, incontrando in questo viaggio mille ostacoli.

Fulmine è un ragazzo ribelle, un idealista, i suoi punti di riferimento etici sono Nelson Mandela, Martin Luter King e, come nel memorabile film L’attimo fuggente, il suo professore di lettere. Non accetta il lavoro nero, le morti bianche, lo sfruttamento, lui rispetta le regole e quando scopre che ciò non avviene, risponde con la violenza pacifica. Come nel caso di quattro ragazzi di colore che per razzismo vengono pestati. In seguito a questo episodio, Fulmine, diventato un paladino della legalità nel paese dove vive, organizza una sorta di manifestazione non violenta diretta a sensibilizzare sul problema delle differenze culturali. Il giorno dopo dunque si circolerà tutti fasciati con bende, come pure si fasceranno panchine e monumenti. Il racconto è coinvolgente e la lettura di alcuni brani del testo lo rendono avvincente.

Il libro è stato scelto dai professori di un liceo di Piacenza e proposto agli studenti che, dopo la lettura, hanno incontrato l’autore. Non trascurabile il fatto che alcuni suggerimenti degli studenti hanno indotto a variare qualche passaggio del libro. Fulmine si può definire un romanzo di formazione, anche se l’autore preferisce definirlo di denuncia sociale, un libro che parla di sentimenti positivi, di giustizia, di coraggio.

Betty Marchi

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