MOSTRA DEL CINEMA – La 71 Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia qualche novità l’ha messa nel piatto, con qualche sapore in più del solito menù. Tre i film italiani in concorso a Venezia, per non parlare dei film nelle sezioni Orizzonti e Giornate degli autori. Non ultimi, quelli fuori concorso. In questa ampia e articolata proposta italiana a Venezia si possono cogliere alcune temi che si legano, pur nella inevitabile e sana differenza di stile e di linguaggio che ogni opera porta con se’.
Un primo filone e’ quello controverso e terribilmente attuale della presenza mafiosa nel nostro complesso tessuto sociale, culturale e infine politico. Venezia 71 in concorso ha presentato Anime nere di Francesco Munzi, racconto inquietante di una torbida famiglia calabrese che, con apparente normalità, tramanda anche ai ragazzi più giovani il sentimento della vendetta e della faida.
La terra è la Calabria, l’Aspromonte, antico come le capre e atavico come i suoi riti, le sue tradizioni, dove la “famiglia” è l’unica cellula che vive e perpetua questi mondi che non lasciano possibilità di uscita. Ecco, questo è il sentimento che emerge prepotente e determinato: non c’è nessuno scampo, non si può cambiare nulla, la prepotenza, la legge della “famiglia”, la gestione dei rapporti tra uomini e la conseguente sete di vendetta pare resistano immutabili al passare del tempo. Uno sguardo duro e “verghiano” traduce il romanzo di Gioacchino Criaco (da cui e’ tratto il film) in una tragedia familiare shakespeariana prettamente maschile, infatti la partecipazione delle donne è marginale. Notevoli gli attori Giuseppe Fumo, Fabrizio Ferracane, Peppino Mazzotta e la superba Anna Ferruzzo, la nonna che guarda, capisce, soffre ma sotterra.
Il tema più direttamente politico viene lanciato anche da altre pellicole italiane fuori concorso come Belluscone, una storia sicliana ripreso dal lavoro incompiuto di Franco Maresco da Tatti Sanguineti che appare nel docu-film come una sorta di narratore.
Di altro spessore ma lo stesso tema è La trattativa di Sabina Guzzanti, film davvero riuscito per lo stile narrativo e la tecnica che aiuta lo spettatore a comprendere e ad avvicinarsi a un tema così complesso come il rapporto tra Stato e mafia.
Effetto politico e sociologico nel film La zuppa del demonio di Davide Ferrario, pellicola critica sulla modernizzazione del ‘900, e il vivace Arance e martello di Zoro alias Diego Bianchi, reduce dalla trasmissione tv Gazebo.
L’altro filone interessante delle nuove proposte del cinema italiano al Lido è quello cultural-social- psicologico. Secondo film in concorso il problematico Hungry Hearths di Saverio Costanzo, girato a New York quasi totalmente all’interno della casa di una giovane coppia che letteralmente scoppia alla nascita del primo figlio. Fin qui nulla di nuovo, in realtà il bambino è un pretesto, la crisi prende la giovane mamma che pretende di iperproteggere il figlio dall’esterno, dalle brutture del mondo, e lo difende attraverso una sotto alimentazione “salutista” che colpisce anche lei.
Il tema ha una sua attualità e il dramma si compie alla fine della vicenda con una crudeltà inaspettata. Brava la protagonista Alba Rorwacher, spesso interprete di personaggi femminili al limite della sopravvivenza fisica.
Altre prove fuori concorso sono il film di Renato De Maria La vita oscena, tale e quale il titolo , I nostri ragazzi di Ivano De Matteo sorta di psicodramma familiare, e Perez di Edoardo De Angelis con un bravo Luca Zingaretti nei panni di un avvocato con un rapporto difficile con la figlia. Per ultimo Senza pietà, di Michele Alhaique.
Incredibile l’operazione durata più di un anno di raccolta tramite internet di video di gente che racconta la propria giornata: Italy in a Day- Un giorno da italiani. Ne è uscito un film bellissimo e commovente per la regia di Gabriele Salvatores, che ha utilizzato tutto l’enorme materiale ricevuto facendone un montaggio eccezionale. Segno che la gente vuol essere protagonista. Con uno stile diverso ma con una produzione resa possibile dal coinvolgimento di una marea di gente che ha dato il contributo economico, Io sto con la sposa, di Antonio Agugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry ha narrato una storia vera di alcuni immigrati che per salvarsi inscenano un finto matrimonio. Il red carpet era pieno di spose e la sala grande era esaurita.
Terzo film in concorso Il giovane favoloso, di Mario Martone, storia della vita rivista e ritradotta del grande poeta romantico Giacomo Leopardi. Il protagonista assoluto è l’attore Elio Germano che lavora sul suo corpo per deformarlo e farlo apparire vicino al poeta. Il lavoro di Germano è stato davvero profondo e efficace e Leopardi appare in tutta la sua triste condizione fisica, mentre il suo animo si sottrae alla prepotenza del padre e allo stile educativo intellettuale e religioso tipico della famiglia nobile e alto borghese del nostro Ottocento. Si scopre così un Leopardi fuori dagli schemi tipici della nostra classica istruzione scolastica, si allontana il mito e si avvicina il giovane, pur speciale ma umano, tenero, sensibile. Il film ha dei momenti di bellezza particolare, sia nella recitazione che nella fotografia, girato nei luoghi e nella casa di Leopardi suggerisce e amplifica una conoscenza più diretta e più attuale. Il racconto acquista spessore, attendibilità storica e empatia emotiva soprattutto nella prima parte che affascina e fa conoscere il “giovane” attraverso la recitazione di alcuni versi poetici, come L’Infinito, nel quale ogni spettatore si ritrova a recitare insieme a Elio Germano. La seconda parte del film è più complessa e meno coinvolgente, emerge la storia di un uomo speciale, di un giovane poeta che oltre ai versi e ai libri sembra dichiarare il suo desiderio vitale. Non facile far emergere, soprattutto nella seconda parte, la visione poetica di Leopardi che si coglie, in particolare, nelle ultime scene capaci di suggestione evocativa.
Un lungo viaggio questo del cinema italiano, una strada in salita che è cominciata in modo singolare proprio al Lido. Un risveglio del cinema etico-politico, che si lega alla riflessione sulla storia attuale.Con un tentativo riuscito di trasportare questo anelito anche sul terreno dell’anima ma che trova difficoltà ad incontrare lo spirito dell’Italia di oggi.
Cristiana Albertini