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Cultura

A Mantova conflitti di ieri, di oggi e crisi di identità

FESTIVALETTERATURA A Mantova dal 3 al 7 settembre si parlerà anche di Grande Guerra, di conflitti attuali e di immigrazione. Alla letteratura il compito di esplorare la crisi di identità che accompagna questi eventi.

MANTOVA. Festivaletteratura, che si svolge a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre, è quest’anno alla diciottesima edizione, essendo nato nel 1997. Tra le numerose proposte dell’edizione 2014 della maratona letteraria abbiamo selezionato due filoni. Il primo riguarda il centenario della Prima guerra mondiale. Festivaletteratura cercherà di restituire voce e volto agli uomini gettati in battaglia, attraverso due appuntamenti che vogliono riavvicinare alla nostra sensibilità un evento che ci sembra ormai infinitamente distante. Alla Cripta di San Sebastiano sarà così possibile ascoltare le voci dei tanti italiani chiamati alle armi, così come sono rimaste nelle interviste rilasciate dai soldati dopo la guerra, o trasposte nei diari e nelle lettere arrivate fino a noi e recuperate grazie al paziente lavoro degli studiosi di storia popolare. Alla Sagrestia dell’Archivio di Stato, attraverso la consultazione dei registri dei ruoli matricolari, si potranno invece ricostruire le vicende militari di parenti e antenati che hanno partecipato alla Grande Guerra.

Sempre intorno al primo conflitto mondiale, il programma del Festival prevede alcuni eventi di narrativa, con protagonisti Andrea Molesini, doppiamente impegnato su questo tema con Hans Tuzzi e con Fabrizio Silei, il vincitore del Premio Goncourt Pierre Lemaitre, Chiara Carminati e Pia Valentinis, e soprattutto l’anteprima nazionale di E Johnny prese il fucile, l’audiodramma in ascolto olofonico tratto dall’omonimo romanzo (e poi film) di Donald Trumbo, diretto da Sergio Ferrentino e interpretato da Marco Baliani.

Il secondo filone riguarda la crisi di identità individuale e collettiva del nostro tempo, di sradicamento, di perdita della patria che viene portato in primo piano nel focus dedicato alla letteratura palestinese. Ci sarà una serie di incontri con alcuni autori che hanno contribuito a costruire un nuovo immaginario letterario della Palestina: Suad Amiry, scrittrice, architetto e intellettuale; Mourid Barghouti, uno dei poeti più apprezzati del mondo arabo; il libanese Elias Khouri, che nei suoi romanzi ha forse disegnato meglio di ogni altro la storia del popolo palestinese.

E molti sono gli scrittori ospiti al Festival in cui ritroviamo il tema di un’identità disconosciuta, dell’essere estranei nella propria terra in seguito a tragedie assolute, come per la rwandese Scholastique Mukasonga, o a eventi meno noti e silenziosamente dolorosi, come quelli raccontati da Dulce Maria Cardoso sulla comunità portoghese rientrata dall’Angola, da Vanna Cercenà sull’emigrazione italiana stagionale in Svizzera o da Mario Desiati sui giovani albanesi che arrivano sulle nostre sponde.

L’attenzione si sposta anche a Est, all’ex Unione Sovietica, con le sue contraddizioni ben raccontate dalla comicità nera di Vladimir Sorokin e Gary Sthenygart,e gli scenari di crisi e di guerra contemporanei, dal Caucaso (la cui storia dal Medioevo Charles King ci aiuterà a comprendere) all’Ucraina, con lo scrittore Andrei Kurkov.

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La ricerca di una forma di narrazione civile attraversa gli incontri sul terrorismo tra Giorgio Fontana e Benedetta Tobagi, sull’eterna emergenza migratoria tra Davide Cammarone, Andrea Segre e il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, sulle mafie tra Salvatore Lupo e Carlo Lucarelli. E ancora il confronto tra Adriana Cavarero ed Elena Loewenthal; gli interventi di Luciano Canfora, Piercamillo Davigo, e le testimonianze d’eccezione su come raccontare l’attualità attraverso lo strumento della fotografia di Monika Bulaj e di Mario Dondero.

festivaletteratura

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