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Spettacoli

Oriente Occidente, incontro tra culture a Trento e Rovereto

Lunedì 25 agosto alla Feltrinelli si è svolto l’incontro di presentazione del Festival di danza e teatrodanza Oriente Occidente, incontro tra culture che si svolgerà tra Trento e Rovereto da sabato 30 agosto a giovedì 30 settembre 2014. Giunto alla trentaquattresima edizione, occupa un posto di rilievo nel panorama coreutico.

La libreria era affollata ed è stato un appuntamento davvero interessante, allietato da tre balletti interpretati da due bravissime ballerine. Lanfranco Cis, direttore artistico del Festival, spiega che quest’anno il tema che ha ispirato il grande evento è stato la ricorrenza per il centenario della Grande guerra. «Corpo a corpo» è dunque il filo conduttore della manifestazione con riferimento ai limiti che il corpo evidenzia rispetto al conflitto, ma più in generale anche alle tensioni politiche, familiari, esistenziali che la vita ci sottopone. Vissuti, esperienze che diventano occasioni di racconti, condivisioni.

Questo leitmotiv unisce le 14 compagnie di danza provenienti dall’Europa all’Africa subsaharina, al Medioriente sino al Venezuela, che presenteranno in questa occasione, danze originali create appositamente per la manifestazione.

Molti gli appuntamenti da segnalare iniziando da domenica 31 agosto con lo spettacolo di Sharon Fridman, coreografo Israeliano che lavora in Spagna e che presenterà Rizoma presso la Campana dei Caduti di Rovereto, alle 6 del mattino. Una performance di danza per 70 non professionisti molto suggestiva che avranno così modo di condividere un’espressione artistica e la nascita del giorno. La campana di Rovereto con i suoi rintocchi sarà ricordo perenne della guerra e farà da sfondo simbolico a questa rappresentazione. In una annotazione simpatica Cis comunica che, alla fine della rappresentazione, verrà offerta la colazione a tutti gli spettatori.

I ballerini della compagnia Protein con (In)visible dancing, attraverso una breve coreografia diretta da Luca Silvestrini faranno incursioni nelle piazze della città diverse volte durante lo svolgimento del Festival, coinvolgendo partecipanti, passanti, dimostrando, attraverso l’improvvisazione, come sia possibile trasformare continuamente il contesto in cui ci si muove abbattendo ad esempio le barriere dell’età, del ceto sociale, dei ruoli professionali.

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Sempre in libreria un altro assaggio del balletto Vortice, accompagnato da una musica molto bella e, fuori campo, dalla voce di Pierpaolo Pasolini, a raccontare le oscenità che già a metà degli anni ‘70 avvenivano sul corpo.

Virgilio Sieni, direttore della Biennale danza di Venezia, porterà invece al Festival due dei suoi 27 quadri ispirati al Vangelo secondo Matteo, con collaborazioni tra danzatori e non danzatori per un’età che varia dai 16 ai 93 anni.

E poi sarà presente il Sud Africa con la sua straordinaria voglia di vivere in pace e da non perdere sarà l’israeliano Emanuel Gat con il suo ultimo spettacolo Plage Romantique, una sorta di musical coreografico dove voci, canzoni, partitura di movimento si incontrano nei corpi dei dieci danzatori.

Sicuramente coinvolgente sarà anche partecipare a Balletto Civile della compagnia di Michela Lucenti. Un lavoro impegnativo che si confronta con la storia e l’eredità che ci ha lasciato, arricchito da una stupenda colonna sonora creata da Jiulia Kent, nota violoncellista newyorkese, che suona mentre un gruppo di cantori trentini intonano arcaiche canzoni dei boscaioli.

E poi ancora da segnalare il grande coreografo fiorentino Virgilio Sieni con Esercizi di primavera, uno spettacolo che esplora il mistero del movimento del corpo.

Ed infine, per sottolineare la fragilità del corpo, la Candocco dance company farà ballare abili e disabili, affrontando altri limiti del corpo.

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Senza trascurare da ultimo la spettacolare esibizione all’aperto nel centro della città; la facciata di un palazzo “ospiterà” infatti ballerini che appesi a funi si esibiranno in danze ed evoluzioni… a 25 metri d’altezza.

La danza contemporanea, spesso così lontana dalla gente comune, in questo Festival si fa così alla portata di tutti e offre l’occasione di fruire della sua bellezza, forza evocativa, profondità e soprattutto della capacità di unire popoli e diversità.

Betty Marchi

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15/12/2023 fine delle pubblicazioni

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