Nei testi si intrecciano storie legate al mondo della segregazione razziale
Si è spenta Nadine Gordimer, a 90 anni, nella sua città, Johannesburg. La scrittrice sudafricana, premio Nobel per la letteratura nel 1991, ha avuto durante la sua lunga vita molti prestigiosi riconoscimenti per la sua opera di narratrice e per la sua partecipazione alla lotta contro il razzismo nel suo Paese e per i diritti umani. Era figlia di genitori ebrei e moglie di un ebreo scampato al razzismo in Germania.
Educata dalla madre, fin da bambina, ad osservare la realtà che la circondava, Nadine prese presto coscienza di un mondo che nel suo Paese ne emarginava un altro. Divenne amica di Nelson Mandela e una volta sconfitto l’apartheid continuò a lottare perché in Sudafrica si arrivasse ad una vera uguaglianza di diritti e doveri tra bianchi e neri, uomini e donne e meno divario tra ricchi e poveri.
Ha scritto romanzi, saggi, opere teatrali, ma soprattutto racconti. Racconti di una vita è l’ultima sua opera pubblicata. In tutti i suoi testi si intrecciano storie legate al mondo della segregazione razziale, dove si insiste sui condizionamenti nei rapporti personali dei vari personaggi dovuti alle leggi distorte della società sudafricana. L’asservimento di un uomo ad un altro, i regimi basati sulla paura portano a rapporti falsati, non autentici, alla impossibilità di rapporti di amore o a forti condizionamenti e frustrazioni.
I personaggi sono tutti complessi, esplorati nelle intime profondità dall’autrice, con mille sfaccettature espresse con prosa intensa. Anche le descrizioni ambientali sono attente, minuziose, esaltano la natura selvaggia, a volte brutale,delle periferie e delle città.
Bona Fiori
MATTIA ROSSIGNOLI
20/07/2014 at 20:54
Leggendo l’articolo mi è venuta voglia di conoscere Nadine attraverso i suoi racconti. Grazie, Bona
Mariachiara
20/07/2014 at 20:34
Non conoscevo questa autrice, ma grazie a questo articolo “Racconti di una vita” ora è sul mio comodino .
ancilla rizzotti
17/07/2014 at 13:26
Nadine Gordimer fu non solo grande amica di Nelson Mandela ma nel celebre processo di Rivonia quando fu condannato all’ergastolo insieme ad altri 7 compagni, collaborò al collegio di difesa e rivide il testo del suo più celebre discorso. Famoso il passo: “Ho coltivato l’ideale di una società libera e democratica nella quale tutti vivranno in armonia e con uguali opportunità. E’ un ideale per il quale intendo vivere e che spero veder realizzato. Ma se occorre, é un ideale per il quale sono pronto a morire”.