L’associazione Idem, promotrice del recente Festival della Bellezza, è stata al centro di un interessante incontro che si è svolto mercoledì 1 luglio nella sede di Verona In, in Lungadige Re Teodorico, 10. Presenti Il presidente Alcide Marchioro, la responsabile dell’organizzazione Alessandra Zecchini e uno dei principali sponsor, amministratore delegato della Meggle, Roberto Bechis. L’appuntamento si pone all’interno di una serie di iniziative speciali che il giornale e i suoi sostenitori organizzano con lo scopo di interfacciarsi con le diverse attività culturali della città.
E’ stata una buona occasione per conoscere più da vicino la storia di una Associazione che, partita “quasi per caso” con la presenza di Alessandro Baricco alla Gran Guardia nel 2008, si trova ora alla VI edizione di eventi. Un successo sensazionale che ha portato in particolare quest’anno all’inaugurazione anche di un Festival dedicato al tema della Bellezza. Un festival che, visto il consenso riscosso, ambisce non solo ad assegnare anche a Verona, in analogia con altre città, l’onore di un festival, ma anche a valicarne decisamente i confini richiamando un pubblico ed una considerazione di livello nazionale. Quasi che, se si parla di bellezza, sia in qualche modo d’obbligo andare a Verona.
Dunque chapeau a una intelligente operazione culturale che mira a collocarci nel mondo. Apprezzabile lo sforzo di offrire un approccio divulgativo alle tematiche senza svilire la qualità dei contenuti trattati. Ragguardevole l’intento di muovere riflessioni sulle dinamiche di una società in continuo cambiamento, favorendo quell’atteggiamento critico che costituisce l’essenza stessa della cultura.
Tutto questo ha comportato un prezzo. E’ emersa infatti nella discussione tutta la fatica incontrata. Pur senza richiedere alcun finanziamento pubblico, è stato difficile, ogni anno, ottenere spazi e sedi adeguate per un grande pubblico. Forse per una sorta di diffidenza intrinseca alle istituzioni verso ogni iniziativa che non provenga dal proprio interno. Ma anche il mondo associativo, chiuso nella difesa di angusti ambiti di interesse, non si è sempre dimostrato accogliente e collaborativo.
Nonostante questo retaggio di conservazione tout court, sorprende che la società nel suo complesso sia più avanti. Ma come sempre il “Paese reale” non coincide mai perfettamente con il “Paese legale”. Lo straordinario afflusso di pubblico, che quasi si accapiglia per riuscire a partecipare, rompe ogni remora e costringe a far di necessità virtù. A ciò si aggiunge la lungimiranza di alcuni imprenditori che hanno compreso come anche un investimento nella cultura possa produrre un ritorno di mercato per la propria azienda e, forse più in generale, realizzano che «niente cultura niente sviluppo», come recita l’ormai famoso slogan inaugurato dal Domenicale del Sole 24Ore.
Corinna Albolino