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Cultura

Addio a Maria Luisa Spaziani, poetessa colta e raffinata

Maria Luisa Spaziani

In questi giorni la poesia tace commossa. E’ a lutto per la scomparsa di una sua grande protagonista: la poetessa Maria Luisa Spaziani. Aveva una bella età, 91 anni, ma tuttora era al lavoro, impegnata a scrivere, raccogliere versi. Si ricorda nello specifico l’edizione di un Meridiano Mondadori a lei dedicato nel 2012.

Persona autorevole ancora molto presente nella vita culturale della città di Roma e che non sarebbe certo mancata all’appuntamento con il Premio Strega, edizione 2014. Donna colta, libera, vivace, Maria Luisa Spaziani si impone sulla scena culturale, fin dagli anni dell’università, dirigendo una piccola Rivista, frequentando i letterati dell’epoca, legandosi poi sentimentalmente allo scrittore Elémire Zolla, anche se la sua relazione più significativa fu quella con Eugenio Montale.

Spirito eclettico di connotazione umanistica, la sua attività spazia, nella seconda metà del ‘900, dall’essere scrittrice, saggista, traduttrice di autori stranieri, docente universitaria, ideatrice di testi teatrali. Come poetessa esordisce nel 1954 con Acque del sabato a cui seguiranno negli anni altre raccolte famose fino a L’incrocio delle mediane del 2009. Una poetica suggestiva che trae ispirazione dalle cose del mondo, da quella variegata molteplicità di orpelli che ingombrano il quotidiano.

Nella vertigine delle apparenze che abitano confusamente il nostro tempo sono dunque «cembali, damaschi, paprika, cannella, cupole, mongolfiere» a stupire la poetessa e ad offrire spunti lirici ai suoi versi. E’ infatti in questo sterminato inventario di cose, immagini, che la Spaziani rinviene la cifra della modernità, il suo essere debordante appunto di oggetti, artifici. E’ qui, in questa babele dei linguaggi delle cose, dove tutto, investito dalla corrente del tempo, si rimescola e si trasforma continuamente, che si muove la nostra vita e a volte stenta a trovare un senso. E in questo caos di realtà fragili la poesia colta e raffinata della Spaziani va alla ricerca di echi, assonanze lontane, significati inauditi, «oscuri alfabeti». Di volta in volta inseguendo ed afferrando quelle parole che, nell’inarrestabile fuga delle forme, meglio possano esibire la fantasmagoria di questo cangiante spettacolo che è la vita.

Corinna Albolino

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Flash notturno
Da trent’anni scandaglio il fondo del mio mare/ancore, perle, chiodi arrugginiti/ si rinfrange ogni raggio in piramidi strane/boschi di felci muoiono/germogliano coralli/ Con rabbia e calma filtro luce e buoi/palpebro fitto se palpebra il faro/Sto all’agguato: che il pesce della grazia/non passi mentre dormo. (Maria Luisa Spaziani)

1 Comment

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  1. stellla cernecca

    06/07/2014 at 22:07

    6.7.2014

    Commento di Stella Cernecca su Maria Luisa Spaziani

    Ho ascoltato Maria Luisa Spaziani alla Fnac di Verona del 10 giugno 2011, in un incontro finalizzato a promuovere un’antologia di sue poesie edita dalla Mondadori, in uno dei vari incontri con l’autore. L’ho vista e sentita ad un incontro-convegno di poesia organizzato dall’Unesco per la Giornata Mondiale della Poesia del 17 marzo 2012, al Palazzo della Ragione a Verona.

    In entrambi gli incontri mi aveva colpito la persona, avanti con gli anni, prossima ai 90 anni e ancora presa dai suoi amori. Ella cantava l’amore vissuto, incontrato, con la leggerezza di una ragazzina, snocciolava le sue conquiste amorose e ancora attendeva l’ultimo amore che prima o poi sarebbe comparso, e lo diceva con molta disinvoltura e spontaneità, avendo trovato in tale obiettivo la ragione della sua vita, così a me appariva in un primo momento.

    Leggendo in seguito alcune delle sue poesie, nell’antologia della Mondadori, che per l’occasione acquistai alla Fnac, coglievo una complessità di espressione alquanto variegata.

    Al Palazzo della Ragione avevano proiettato brevi filmati di lei giovane in presenza di Eugenio Montale, questo grande poeta da premio Nobel per la letteratura nel 1975, tra i due intercorse un periodo di legame intellettuale e amoroso testimoniato dalla loro corrispondenza.

    Leggendo le poesie della Spaziani trovo una sua autonoma espressione ricca come fu la sua vita, colma di frequentazioni e viaggi, tanto che la poetessa è stata più volte proposta per il Nobel della letteratura.

    A 91 anni ci ha lasciato, regalandoci una poesia sempreverde; per l’occasione ho ripreso in mano la suddetta antologia e ho riletto alcune poesie, sono rimasta suggestionata dalla loro capacità di rendere sentimenti universali molto variegati come lo sono i nostri.

    Ecco una poesia dal testo menzionato, pag. 329:

    “ Nei miei vent’anni non ero felice
    e non vorrei che il tempo s’inverdisse.
    Un salice d’argento mi consolava a volte,
    a volte ci riusciva con presagi e promesse.

    Nessuno dice mai quant’è difficile
    la giovinezza. Giunti in cima al cammino
    teneramente la guardiamo. In due,
    forse la prima volta.

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