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Libro sulla violenza domestica: aula semivuota all’Università

Presentato l’interessante libro di Simonetta Agnello Hornby e Marina Calloni «Il male che si deve raccontare».

Martedì 13 maggio 2014 all’Università di Verona è stato presentato il libro Il male che si deve raccontare – per cancellare la violenza domestica di Simonetta Agnello Hornby con Marina Calloni, edizioni Feltrinelli 2013. Un appuntamento promosso da Politesse, Politiche e teorie della sessualità, in collaborazione con Isolina e…. Associazione per la prevenzione del femminicidio. Presente Marina Calloni che interloquisce con Olivia Guaraldo dell’Università.

Un incontro molto interessante per approfondire il fenomeno della violenza domestica. Per rilevare, a partire dalla riflessione sul libro, che, dati alla mano, a livello mondiale è «la causa principale di morte o lesioni nelle donne tra i 16 e i 44 anniı, che `la percentuale delle donne che hanno sperimentato forme di violenza fisica arriva fino al 59%» e «140 milioni di bambine sono state sottoposte a pratiche di violenza in famiglia». Per sapere poi che in Italia le donne tra i 16 e i 50 anni muoiono più per violenza domestica e sessuale che per malattia o incidenti stradali, che nell’80% dei casi il carnefice è italiano e nel 50% è il marito o il convivente. Per apprendere infine che ha costi sociali rilevanti a livello di servizi giudiziari, legali, assistenziali, oltre che umani.

Dati agghiaccianti che documentano come la violenza abiti nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, a prescindere dal ceto sociale, dal livello culturale. Alla base relazioni malate, coperte da omertà, complicità, negazione del problema o incapacità di risolverlo. Ma soprattutto logiche di dominio, di potere maschili verso la donna, di cui si può disporre perché di proprietà. Una drammaticità del fenomeno che ha indotto la giurista Patricia Scotland, prima donna nera nominata alla Camera dei Lord durante il governo Blair, a occuparsi a fondo come ministro della questione ed a elaborare un sistema capace di ridurre sensibilmente la violenza domestica e il numero degli omicidi. Un piano di azione mirato ad incrementare il numero delle denunce di soprusi, ad accrescere il numero dei casi da portare in giudizio, in grado di garantire alle vittime forme di sostegno e protezione. E’ così nata la Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence (Edv) che si esplicita più in generale in un metodo di lavoro efficace contro la violenza domestica e che dimostra come le cose anche più tremende possano cambiare. Un programma da esportare a livello internazionale.

Anche in Italia è stata aperta una sezione di questo organismo politico-sociale presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, presieduta da Marina Calloni, docente di filosofia politica e sociale. In tempi di femminicidio, un’iniziativa importante per conoscere come combattere questo flagello sociale. Peccato che l’aula fosse semivuota: assenti gli studenti, le associazioni che lavorano sul campo, le donne tutte. Eppure la materia è incandescente….. Riflettiamoci.

Corinna Albolino

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2 Comments

2 Comments

  1. Rosella Panozzo

    23/05/2014 at 00:06

    Nemmeno io c’ero all’incontro e me ne dispiace. Sulla realtà delle violenze domestiche alle donne da un po’ di tempo è stato detto molto ma evidentemente non abbastanza. L’attenzione e l’allarme non sono ancora sufficienti.
    Mi ha colpito in modo particolare l’ ultima considerazione di Corinna Albolino…’assenti gli studenti,le associazioni…le donne tutte…’ Soprattutto mi impressiona l’assenza delle donne. Anche perchè la collego ad alcune affermazioni, a volte buttate lì quasi senza peso, che mi è capitato di sentire da parte di alcune donne. Ci sono persone, anche donne, le quali pensano che, almeno in qualche caso, ci siano donne che ‘usano’ la violenza domestica per ottenere altro, per ottenere vantaggi, addirittura per perseguitare il marito. fidanzato. compagno…Una cosa come questa fa capire quanto siamo lontani dalla soluzione del problema.
    Ancora una volta, le donne prime nemiche delle altre donne?

  2. ancilla rizzotti

    17/05/2014 at 13:54

    E’ talmente paradossale che molti uomini credano ancora che le donne siano loro proprietà , cosa non molto diversa da quando si discuteva se avessero o no un’anima e neanche tanti decenni fa, se avessero o no diritto al voto! Talmente incredibile, oggi, che questi dibattiti vengono disertati, io credo, dai giovani dotati di normale intelligenza. Però sono loro che di fronte ai fatti agghiaccianti che si verificano continuamente devono mobilitarsi per educare i malati mentali e i trogloditi. Uomini e donne siamo atomi insignificanti dell’universo; non sappiamo da dove veniamo né dove andiamo né chi siamo e che l’unica cosa sensata è camminare insieme.

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