Tosi non ha ancora prodotto alcunché di serio per smentire quanto pubblicato da Report. Ad esempio, dica qualcosa sui finanziamenti alla sua Fondazione
Quando da ragazzi “facevamo le squadre” per giocare a pallone, c’era sempre chi, escluso, se ne andava dicendo «non mi volete perché gioco meglio di voi e vi sono antipatico». Le reazioni di Flavio Tosi al servizio di Report sono state le stesse: nel confronto televisivo dell’altro giorno, di tutto riposo non essendo stato invitato nessun esponente dell’opposizione, il sindaco non ha trovato di meglio per difendersi che accusare Silvio Berlusconi e Umberto Bossi di gelosia politica nei suoi confronti: «dò fastidio, faccio paura, sono scomodo» e amenità del genere.
Ora, pur con la bassissima stima che nutriamo nei confronti di Berlusconi, tra i due non c’è paragone né partita e Tosi dovrebbe ricordarsi che deve proprio al pregiudicato di Arcore il via libera alla sua candidatura a sindaco di Verona (il patto di Cisano chez Aldo Brancher senza il quale chissà dove sarebbe ora). Quanto a Bossi, un po’ di gratitudine, via! Senza il suo Barnum pseudo celtico dove mai avrebbe trovato spazio politico il giovane Tosi? La strada gliel’ha spianata proprio il Senatùr, che avrà pur commesso gravi errori, ma che possiede un istinto politico, e ha esercitato un appeal sulle folle, che lui manco si sogna.
Oltre agli insulti del giorno prima ai giornalisti («sono delle merde»), Tosi non ha ancora prodotto alcunché di serio per smentire la montagna di insinuazioni che noi, come tutti i veronesi, sinceramente ci auguriamo non vere. Né sembra avere intenzione di farlo, tanto che sui finanziamenti della sua Fondazione perdura un silenzio tanto ostinato quanto controproducente (non gliel’ha ancora fatto capire il bravo consigliere Roberto Bolis?). A dimostrazione della correttezza sua e di alcuni indagati (Vito Giacino e Marco Giorlo) ha invece vantato le migliaia di voti di preferenza ottenuti, in un passaggio assolutamente privo di connessione logica: «non è possibile che così tanti elettori si siano sbagliati».
Si sono sbagliati in tanti caro sindaco, a cominciare dagli ex-compagni di avventura del primo mandato, che la stanno allegramente buttando a mare. L’impressione, infatti, è che si stia già formando una cordata Giorgetti (dagli amici mi guardi Iddio…) per le elezioni che si preannunciano sempre più vicine (ci si sta preparando a sinistra per questa eventualità?), mentre i suoi spazi in Italia si vanno restringendo. Qualcuno ha ventilato l’Europa come possibile via d’uscita da questa impasse. Sarebbe proprio il colmo per un secessionista della prima ora e proprio adesso che, dopo alcune settimane, nel suo taschino è ricomparso il fazzoletto verde!
Mario Allegri

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com
