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Cultura

Il Posto delle fragole, le immagini e le parole di Carlo Gajani

CArlo Gajani

Venerdì 28 marzo 2014 , Sala Farinati della Biblioteca Civica, presentazione del libro di fotografie e testi di Carlo Gajani Il posto delle fragole, Zel Edizioni 2013. L’incontro è promosso dal Gruppo di lettura Chiaroscuro. Ne approfondisce i temi il filosofo Riccardo Panattoni docente dell’Università di Verona. Presente la moglie dell’artista, Angela Zanotti Gajani, curatrice del suo archivio. Letture di Thea Griminelli che con calda intensità espressiva vivifica le immagini proiettate sullo schermo.

Già il titolo del testo suona coinvolgente per il rimando al film-capolavoro del ’57 del grande regista svedese Ingmar Bergman che più di ogni altro seppe indagare gli abissi dell’anima, mettere in scena tutte le sue contraddizioni. Un viaggio nella memoria di un vecchio professore universitario che alla fine della sua vita ritorna ai suoi luoghi d’origine, alla sua terra. Un singolare road-movie alla ricerca del tempo perduto, a un posto incantato, quello delle fragole appunto, rimasto indelebile nella memoria.

Nel cortocircuito delle assonanze anche Carlo Gajani è stato personaggio sopra le righe, spirito eclettico. Medico, ma anche disegnatore, pittore, incisore, insegnante d’accademia. Infine solitario fotografo a tempo pieno. Migliaia e migliaia di scatti, con la sua inseparabile Nikon, in giro per il Nord America ad immortalare metropoli, paesaggi, ritratti. Poi il ritorno alla sua terra, alla pianura del Po, quella pianura «di qua e di là dall’acqua» e alla riscoperta di ciò che ancora restava di quell’Appennino modenese già così profondamente trasformato. Lui così amante della modernità, dell’America, ma anche così fiero di appartenere a quella antica terra di famiglia, come scrive la moglie. Un mondo scomparso, ricostruito pazientemente attraverso le sue tracce e l’immaginazione sollecitata dalla memoria, facendo rivivere i colori, «l’aria dei luoghi». Lunghi filari di pioppi che si specchiano nell’acqua ferma, una casa abbandonata, le geometrie della terra.

Proprio alla sua «esperienza padana» si rifanno le suggestive fotografie raccolte in questo libro, fatto di accostamento tra immagini e parole. Sono immagini, sottolinea Panattoni, che ci trattengono perché affiora attraverso di esse qualcosa di familiare, come se avessimo già abitato questi posti. Perdendo il loro riferimento strettamente geografico hanno la capacità di dislocarci in un altrove della nostra memoria, restituendoci atmosfere lontane, vissute o fantasticate, il nostro «posto delle fragole». Il tutto in un gioco di sguardo, immaginazione, sussulti del cuore. Qui sta la potenza di questi paesaggi in cui è facile smarrirsi perché troppo è il coinvolgimento emotivo.

I testi che accompagnano le foto hanno una tonalità poetica ed intrecciano, sovrappongono ricordi, memorie di viaggi, riflessioni sull’arte, la letteratura, la fotografia, citazioni famose. Come a dire che in un suo click fotografico fosse già ogni cosa compresa: dalla musica di Cage, alle bucoliche di Virgilio, alle Fate Morgane…il tutto nella dimensione atemporale del già visto, letto, o semplicemente sognato.

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Corinna Albolino

1 Comment

1 Comment

  1. Anna Rita FAzzitta

    05/04/2014 at 18:35

    senza parole, perchè non trovo quelle giuste
    bravissima, come sempre Corinna.
    grazie anna rita

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