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De Gregori a Idem: quando le canzoni nascono dalla poesia

Francesco De Gregori

Giovedì 27 marzo Francesco De Gregori è stato ospite di idem. Serata-evento imperdibile per gli appassionati di cantautori. Teatro Nuovo come sempre esaurito. Hanno dialogato con l’artista Enrico de Angelis del Club Tenco e Alessandra Zecchini di idem.

Un vivace vis a vis con Francesco De Gregori, personaggio culto di quel genere di canzone di cantautore che affermatasi intorno agli anni ’60 con De André, Jannacci, Lauzi, Tenco, Paoli, Bindi…continua il suo successo negli anni ’70 con una seconda generazione, quella di Venditti, Cocciante, Dalla, Fossati e De Gregori appunto. Ineccepibile il suo aplomb, la mise un po’ brechtiana, unico vezzo l’immancabile cappellino un po’ claunesco, nostalgia di una chioma che fu. L’atteggiamento schivo, un che di aristocratico che non smentisce l’appellativo di “Principe” dei cantautori, una denominazione guadagnata anche per la vena poetica che permea i suoi testi e che delinea la sua peculiare cifra di artista. Versi, evocazioni letterarie, divagazioni di una estetica colta che gli derivano dall’esser cresciuto in mezzo ai libri, con un padre bibliotecario, una madre umanista.

Atmosfere lontane che forse ad un certo punto si impongono nella sua vocazione, chiedono voce, attenzione. Ne nasce un ibrido di poesia e musica dove se fondamentale rimane il suo riferimento a De André, è già forte, fin dai primi album, l’influenza della letteratura americana e poi di Elvis Presley, di Bob Dylan. Il tutto coniugato con quel carico di emozioni legato al vissuto personale e a ciò che accade nel mondo, nella politica, nel cambiamento sociale. Il nuovo modo di miscelare contaminazioni diverse non manca di suscitare scalpore nell’ambiente musicale.

E’ “immaginifico”, come vuole sottolineare idem, e suona rivoluzionario. A partire da Rimmel del ’75 i successi, i riconoscimenti, non si contano più. Successi a cui concorrono in seguito collaborazioni con De André, Lucio Dalla, e poi l’incontro con la musica popolare di Giovanna Marini. Come dichiara lui stesso, gli piace infatti raccogliere spunti, tendenze, rivisitarli e trasferirli nell’immaginario delle sue canzoni. A grandi linee le tappe della sua storia canora scorrono sul video, spezzoni di tourné, concerti, segnati da alcune delle canzoni più note, dalla Donna cannone a Cosa fanno i marinai, a Generale, Viva l’Italia... brani che sono diventati colonne sonore di film di successo, manifesto di eventi politici, fotografie di un Paese perché, come canta l’autore, “La storia siamo noi” e “siamo tutti coinvolti”. Per questo le sue canzoni sono a disposizione di tutti e…. costruiscono così il mito De Gregori.

Corinna Albolino

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