Il tema che in questi giorni sta dietro alle vicende dell’Amministrazione comunale di Verona è, al di là di ogni ragionevole dubbio, molto chiaro: fino a quando il Sindaco Tosi riuscirà a mantenersi in sella?
Per rispondere è utile fare un passo indietro. Torniamo al 2007, quando Tosi viene eletto con l’appoggio di una maggioranza eterogenea composta da PdL, Lega, UdC, Lista «Civica» intitolata a lui stesso, dove confluisce un po’ di tutto…
All’epoca la soluzione si rivela vincente e per cinque anni la maggioranza tiene, anche se con qualche problemino, come spesso capita. Finito il quinquennio, all’appuntamento elettorale il buon Flavio tenta l’en plein, fuori dai piedi il PdL, si appoggia solo su Lega Nord e Lista Tosi, inserendo in quest’ultima pezzi del PdL e altro ancora, rendendo il mix ancora più eterogeneo (ne fanno parte: cattolici conservatori, estremisti di destra, ex Forza Italia, neo fascisti di varia fede, integralisti lefebriani, senza famiglia, ecc.). La mossa è vincente e dovrebbe permettergli di governare la città in modo tranquillo, dal punto di vista della fedeltà dei sostenitori, e assolutamente positivo per la realizzazione del suo programma. Ha costruito un bunker politico!
A due anni dalla rielezione però cominciano a risaltare una serie di negatività: delle grandi opere promesse (riattivazione di Ca’del Bue, Filobus e Traforo delle Torricelle) non si vede neanche l’ombra, mentre cominciano a emergere aspetti allucinanti di sette anni di gestione di potere assoluto.
I fatti sono noti, inchieste, arresti, querele preventive (a spese dei cittadini e quasi sempre archiviate), articoli giornalistici per nulla lusinghieri, servizi in televisione che evidenziano un modus operandi alquanto opaco.
Nel frattempo il Sindaco tenta di portarsi alla ribalta nazionale con iniziative strampalate, come la sua Fondazione, ma da Montebello in direzione est nessuno lo ama (dopo le purghe attuate come Segretario Veneto della Lega Nord), a ovest è tollerato, a sud del Po è praticamente uno sconosciuto!
Allora è finito? Se la compagine della Giunta fosse quella del primo mandato, Tosi sarebbe già stato sfiduciato, nessun Partito alleato potrebbe tollerare la situazione attuale, ma oggi ha Assessori, Consiglieri Comunali e Amministratori che gli devono TUTTO; senza di lui ritornerebbero nell’anonimato e qualcuno dovrebbe persino cercarsi un lavoro. Perciò manterranno fede a un patto di sangue che non ha alternative.
Allora il Sindaco resta saldo in sella? Di norma quando i rovesci politici e giudiziari diventano incalzanti, come per le navi che cominciano a imbarcare acqua, iniziano i pensieri di chi si preoccupa di come provvedere al proprio salvataggio; sono convinto che a giorni inizierà il balletto, ci sarà qualche distinguo, qualcuno si autodenuncerà come beneficiario di trattamenti non congrui sperando così di auto-tutelarsi, altri, se già non l’hanno fatto, cercheranno abboccamenti con le forze politiche che lo spoil system tosiano aveva estromesso; saranno sufficienti uno o due casi e poi la fuga diventerà di massa.
Certo, perché questo si avveri l’azione dell’opposizione dovrà essere costante, capace di informare al meglio i cittadini veronesi, dovrà far emergere appieno tutte le modalità che finora sono restate in penombra: assunzioni nepotistiche e irregolari, malversazioni, opacità varie.
Finirà così una breve parentesi in termini temporali, resteranno tanti parcheggi, ma soprattutto macerie che avranno bisogno di anni e di grandi energie per essere smaltite.
Lorenzo Dalai
Consigliere provinciale Pd
redazione@verona-in.it

Matteo Castagna
19/04/2014 at 10:26
Egregio consigliere,
cortesemente sia presciso: “integralisti lefebvriani”, come li chiama lei, quelli NO! Si sono resi conto in tempi non sospetti (2009) e da allora non sostengono più l’Amministrazione Tosi.
Per amor di verità.
Matteo Castagna, portavoce Christus Rex