Il Corriere della sera ha pubblicato gli stipendi dei sovrintendenti e dei direttori artistici delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche che ricevono sovvenzioni statali. Sono esterrefatto e anche molto indignato: dalle tabelle risulta che Francesco Girondini percepisce uno stipendio di 250.000 euro (eventuali benefit esclusi), la metà esatta del sovrintendente alla Scala Stéphane Lissner e meno anche di Bruno Cagli, Accademia di Santa Cecilia.
Dire che è un’ingiustizia nei confronti di Girondini è poco: bella forza dirigere la Scala o Santa Cecilia! Hai gli occhi di tutto il mondo addosso, devi sceglierti i cantanti migliori, accordare alla perfezione orchestra e coro, apparecchiare ogni anno un allestimento originale, preparare con largo anticipo i cartelloni delle prossime stagioni, e magari saper discutere con competenza con gente come Abbado, Muti, Barenboim, Chailly, Maazel.
La fanno facile loro che la musica l’hanno sempre praticata e studiata da quando sono venuti al mondo, mica gestivano una piccola galleria d’arte: ma avete in mente la fatica di dover confrontarsi e cenare per sette sere con Ligabue? Una fatica da mediano. E poi Lissner e Cagli lavorano sul velluto: gli basta preparare un programma pluriennale, ben cadenzato nelle date e con direttori e cantanti messi sotto contratto per tempo e poi tutto fila via senza intoppi.
Vuoi mettere il dover vivere alla giornata? Festeggiare il Centenario della lirica, ignorando il Conservatorio e le scuole musicali cittadine come ha fatto Girondini, non tutti sono capaci di farlo. E poi la sua sobrietà: pochissimo o niente in città a celebrare quella data, un paio di Galà disertati dal grande pubblico, nessun esaurito, e arrivederci tra cento anni senza tanti inutili clamori e fastidi. Senza contare la trovata pubblicitaria di mettere l’Arena di Nîmes e non quella di Verona sulla copertina della costosa pubblicazione patinata destinata ai turisti perché tutti al mondo si ricordassero che i veronesi son tutti matti: dai, Lissner e Cagli non ci sarebbero mai arrivati! E con la loro puzza al naso non si sarebbero nemmeno mai preoccupati come Girondini di procurare ogni sera i “mocoleti” per i tedeschi.
Una fatica che da sola meriterebbe uno stipendio maggiore.
Mario Allegri

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com

Beppe braga
06/02/2014 at 20:04
L’importo del compenso di un manager deve corrispondere ai risultati economici che la sua impresa realizza. Se questa regola non viene seguita la conseguenza sarà di dover ripianare continuamente le perdite, come da sempre e’successo in Arena. Gli unici a guadagnarci saranno come sempre gli albergatori e ristoratori, mentre il comune di Verona si dovrà far carico, quindi, dei continui disavanzi. Forse e’ per questo che ogni tanto si ipotizzano interventi per coprire l’anfiteatro e con esso nascondere le sue continue e inesorabili perdute.
Lorenzo Dalai
06/02/2014 at 18:56
sei fantastico Mario ! pensa che i Sovrintendenti che citi sono stati selezionati a livello internazionale, mentre Girondini non ha avuto nessuno stress del genere: è stato scelto personalmente dal suo amico Tosi, così si fa !!!