Il protocollo di legalità contro il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle opere pubbliche venete, sottoscritto il 9 gennaio 2012 da Regione Veneto, ministro dell’Interno, Anci e Prefetture, con validità biennale, è scaduto dal 9 gennaio scorso e in Regione non risultano essere state attivate le procedure per il suo rinnovo.
Si tratta di una mancanza gravissima, perché sulla base di quel testo Verona aveva avviato un’azione di monitoraggio su una serie di opere “sensibili” quali il filobus e il traforo delle Torricelle (ma inspiegabilmente non l’inceneritore di Cà del Bue, malgrado alcuni fatti inquietanti che segnalammo nel corso del 2012).
E’ pur vero che, grazie alla nuova legge del febbraio 2013, che trasferisce dalle Camere di Commercio alle Prefetture la competenza sul rilascio dei certificati antimafia, il territorio non resta del tutto sguarnito. Tuttavia è intollerabile che le istituzioni più vicine ai cittadini non prestino la dovuta attenzione a questi fenomeni che la cronaca e gli avvertimenti della Procura ci descrivono come molto più vicini di quanto possiamo pensare.
Il protocollo regionale assicurava inoltre un più alto grado di collaborazione tra enti. Ricordiamo infine che nella nostra città una ditta appartenente alla cordata del filobus e del traforo, con altri ramificati interessi in tutta la provincia, è ancora priva del certificato antimafia. Una questione della massima gravità da sempre trattata a nostro parere con troppa leggerezza da parte dell’amministrazione comunale. Tra dimenticanze e minimizzazioni oggi il territorio è di fatto più esposto.
Michele Bertucco
Capogruppo Pd in Consiglio comunale

