Il Soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè e il vicesindaco con delega all’Edilizia monumentale Stefano Casali si sono recati oggi in sopralluogo all’anfiteatro Arena in occasione della campagna di scavi archeologici che hanno portato al ritrovamento di nuovi importanti reperti.
L’indagine archeologica, effettuata dalla Soprintendenza e finanziata dal Comune, si inserisce nelle operazioni preliminari per il rifacimento degli impianti tecnologici dell’anfiteatro, che prevede la collocazione negli arcovoli 58 e 60 di nuovi quadri e elettrici generali e della cabina di trasformazione MT/BT.
«L’analisi dei reperti ritrovati – afferma Tinè – rappresenta un’opportunità unica per conoscere le fasi edilizie del monumento e le sue vicende con approccio scientifico; il rinvenimento di un sesterzio di bronzo dell’epoca dell’imperatore Claudio, consente di datare la costruzione dell’Arena intorno agli anni 41-42 d.C., confermandone l’antecedenza rispetto al Colosseo, costruito dalla dinastia dei Flavi».
La campagna di scavi archeologici attualmente in corso ha aperto un doppio fronte di studi che riguardano da una parte, attraverso il palinsesto stratigrafico, la fruizione dell’Arena in età medioevale e risorgimentale, dall’altra il momento costruttivo dell’anfiteatro stesso. Tra i reperti rinvenuti, oltre alla moneta datante, anche oggetti di uso quotidiano come il manico di un ventaglio, i resti di un pettine in osso, una piccola anfora usata per i rituali augurali in occasione dell’avvio di un cantiere, riconducibile alla prima metà del 1° secolo d.C.