«Il nostro obiettivo è creare occupazione dando vita a micro-imprese per ottenere prodotti di nicchia, con particolare attenzione per i giovani e le categorie sociali svantaggiate» afferma l’architetto Giuseppe Padovani, responsabile pubbliche relazioni dell’associazione Avanguardia di Verona che dal 2012, nell’ambito sociale, si occupa anche di comunicazione e progetti multi-tematici.
L’obiettivo viene raggiunto con il principio del co-working: «l’associazione – spiega Padovani – crea nuovi indotti nel territorio, facendo da aggregante tra privati e istituzioni e offrendo uno spazio di lavoro condiviso per tutti coloro che vogliono realizzare progetti d’impresa legati alla cultura e al sociale».
Avanguardia, la cui sede è in via Strada della Genovesa 104, è nata come arricchimento della cooperativa sociale Il Maggiociondolo che da diversi anni si occupa di produzione, recupero e vendita pallet, avvalendosi anche di persone che vivono situazioni difficili. L’associazione accoglie mostre, concerti, teatro, video, manufatti di giovani artisti, ma anche scambi di idee e modelli organizzativi, in uno spazio interamente realizzato con il materiale derivante dal riutilizzo dei bancali.
Nel maggio 2012 Avanguardia ha sostenuto l’iniziativa Facciamoli suonare, a Mirandola, nella zona dell’Emilia Romagna colpita dal terremoto. Il progetto ha avuto come obiettivo la raccolta fondi per la Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli in aiuto degli allievi disabili terremotati.
Francesco Averna
Giuseppe Padovani nasce a Verona il 20 settembre del 1963, si laurea in architettura al politecnico di milano l’11 luglio del 1988 e dal 1991 esercita la libera professione. Ha esperienze all’estero e nel giugno 2004 consegue l’attestato di specializzazione di tecnico ambientale. Progetta nell’ambito dell’edilizia e del design. Nel 2003 segue Il Programma Regal, un progetto di design al servizio del territorio che nasce dall’esigenza di una riconversione aziendale di alcune cave di giallo reale site in Lessinia e da un’esigenza territoriale per impedire lo spopolamento della montagna veronese. Così si è fermata la produzione industriale di cavagione del materiale, si portano i clienti in cava, si fa loro scegliere il blocco di marmo, e, in contrada riconvertita in laboratorio artigianale (ristrutturata con l’intervento della Regione Veneto e destinata in parte per l’attività ed in parte per l’abitazione), i contadini, realizzano prodotti unici di design. Il progetto è andato in fiera, si è costituita una nuova società, l’Alpine SRL, e si sono presi i primi lavori, come la pavimentazione della sala degustazione della cantina vitivinicola di Romano Dal Forno. Con lo stesso spirito il 1 luglio 2010 Padovani ha preso per mano la cooperativa Il Maggiociondolo.