E’ nata a Verona un’associazione per contrastare la violenza sulle donne. Una sala strapiena all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere per ascoltare la scrittrice Dacia Maraini che nel 1995 scrisse un libro ispirato a Isolina, la giovane straziata e gettata in Adige agli inizi del ‘900
La scrittrice Dacia Maraini a Verona domenica 13 ottobre per inaugurare Isolina e…, la nuova Associazione di donne e uomini nata il giugno scorso per lottare contro il dilagante fenomeno del femminicidio che colpisce, numeri alla mano, anche la nostra città. Stupendo il manifesto di Jack Tessaro delle tante Isoline colpite al cuore.
L’associazione è nata in memoria di una giovane donna veronese che agli inizi del ‘900 viene uccisa, tagliata a pezzi e gettata in Adige, colpevole di aver amato un uomo di rango, di essere rimasta incinta, di volersi tenere la creatura. Una cronaca cruenta che ispirò l’omonimo libro di Dacia Maraini nel 1995. Attraverso questa associazione, Isolina assurge oggi a simbolo del «Basta!» alla violenza maschile sulle donne, urlato da tutta la società civile.
Isolina e… Con un programma di azioni concrete, intende incidere sul piano legislativo e sociale, nonché, aspetto innovativo, anche a livello giudiziario, costituendosi parte civile nei processi penali a difesa delle donne abusate, uccise dagli uomini. Obiettivo guida della lotta quello della sensibilizzazione, dell’educazione, a partire dalla scuola primaria. Perché, come afferma la Maraini, si tratta di rimettere in discussione tutta una cultura della tradizione fondata sul concetto di proprietà della donna da parte dell’uomo.
Questo a-priori sarebbe alla base dei crimini di genere e si radica nella storia lontana. Trova le sue legittimazioni in un ordine sociale in cui, fin dalle origini, vige un pensiero che pone la figura maschile dominante sull’altro sesso. Nella società patriarcale la donna è così relegata sempre in un ruolo gerarchicamente subordinato, trattata alla stregua di bestia da soma, ridotta a cosa, corpo di cui si può disporre a piacimento perché di proprietà. Una reificazione supportata da una cultura che trova poi la sua massima espressione nell’economia di mercato, dove tutto è ridotto a merce, al suo possesso.
La donna dunque come ogni altro oggetto. Il mancato riconoscimento dello statuto di persona fa sì che risulti inconcepibile un qualsiasi gesto di disobbedienza, di rifiuto. A maggior ragione quando si pone su di un piano paritario e osa decidere della propria vita, affrancandosi da un possesso indebito. Un atto di libertà che risuona nell’altro, quanto meno a livello sub-liminale, come un attentato a quella virilità che ne legittima il potere assoluto. Ne va della sua stessa identità. L’io maschile, minacciato di annientamento, reagisce violentemente trattando l’altro come oggetto da distruggere. Una crisi talmente profonda che, non appagata neppure da questo gesto estremo, spesso si risolve nel suicidio. Soltanto un lungo processo educativo che recuperi consapevolezza, responsabilità per il valore della sacralità della vita e i diritti che ne conseguono, può rompere questo meccanismo perverso che genera la spirale della violenza contro le donne.
Corinna Albolino
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Marisa Mazzi
21/10/2013 at 09:49
sono rimasta colpita dalla grande partecipazione e condivisione che si percepiva in tutta la gente presente in sala: un senso di impegno positivo e convinto che potrebbe davvero iniziare a far cambiare la nostra cultura in favore delle donne.
elisabetta
20/10/2013 at 00:28
Autostima e determinazione dovrebbero portare tutte le donne a decidere della propria vita.
E nessuna donna dovrebbe essere costretta ad accettare di vivere con un uomo che non la rispetta e non la apprezza…Che fare? Bisognerebbe aiutare queste donne a rendersi indipendenti, anche dal punto di vista economico, e ad organizzare la propria vita altrove.
Servirebbero perciò fondi ai quali accedere facilmente, ma, come ha detto Dacia Maraini, servirebbe ancor di più che le donne creassero un fronte compatto…che fossero veramente unite da uno spirito di solidarietà concreta che oggi, purtroppo, appena appena si percepisce!
fiorenza
18/10/2013 at 15:02
Complimenti a chi sostiene questa associazione, spero che tra le importanti attività siano organizzati degli incontri per aiutare le donne a tenere un atteggiamento opportuno nei momenti più drammatici della vita di coppia, ossia fino a che si è costrette per diversi motivi a rimanere nella stessa casa indicare cosa non deve fare una donna per evitare reazioni violente del proprio compagno.
Io penso che alcuni uomini debbano essere trattati come si tratta una bestia inferocita!