Gli epistolari di Maria Zambrano, una delle voci più emblematiche del ‘900, alla libreria Pagina 12. Annarosa Buttarelli, filosofa della Comunità filosofica Diotima, curatrice dei testi, e Marta Alberti, studiosa di Maria Zambrano hanno lo scorso mercoledì 12 giugno, hanno presentato tre volumi di lettere, dei 10 previsti, editi da Moretti & Vitali nella Collana Corrispondenze. Tradotti da Manuela Moretti.
Una ricca raccolta che attraverso riflessioni, aneddoti, confidenze, consente di conoscere in modo più approfondito la singolare figura di Maria Zambrano. Andalusa di nascita, donna di originale impegno politico-filosofico, di versatilità poetica, trascorse quarant’anni della sua esistenza da esule e militante antifranchista. Interprete con Simone Weil, Hannah Arendt, Edith Stein ed altre insigni intellettuali, di quel filone di filosofia in cui prioritaria diviene la categoria del “sentire”, il pensare con il cuore, una dimensione emotiva che sempre si coniuga con l’esperienza concreta, con l’efficacia dell’agire, della lotta. Di contro ad un’epistemologia oggettivante e distaccata, per la Zembrano, una sorta di “filosofia vivente”. Dunque studiose in cui vicenda esistenziale ed opere, pensiero ed azione procedono sempre intrecciate. Occhi aperti sulla realtà, su di un secolo sconvolto dalla tragicità degli accadimenti e attraversato da profonde trasformazioni.
Donne colte che per raccontare tutto questo, per condividere il loro modo di stare nel mondo, per scambiarsi i guadagni speculativi, scelgono spesso il registro della scrittura epistolare. Una forma letteraria che, proprio grazie al loro lavoro, acquisisce valore, diventa uno stile letterario di genere, importante per conoscere meglio, di queste protagoniste, le personalità, la cifra della riflessione ed i contesti storici in cui si muovono. Stendono lettere per amore filosofico, per comunicarsi sensibilità, affinità elettive. Una scrittura perfetta, raffinata, di cui un pregevole esempio sono le Lettere a Mita, di Cristina Campo, il più importante epistolario del ‘900.
Il primo volume Dalla mia notte oscura contiene il carteggio 1960-1989 che la Zambrano ha scambiato con l’amica venezuelana Reyna Rivas, cantante lirica, scrittrice, poetessa. E’ la corrispondenza più intima e toccante della filosofa. Racconta delle dure condizioni di esilio, ai limiti della sussistenza. Emerge qui tutto il suo coraggio, la sua forza d’animo, l’estrema disponibilità con cui si prende cura dell’altro. Lo stesso titolo “notte oscura”, mutuato dalla mistica di San Giovanni della Croce, rimanda alle vicissitudini della vita, prove quasi necessarie per attuare quella profonda trasformazione spirituale che denomina risurrezione.
Il secondo volume Mia cara amica Maria raccoglie le lettere, 1957-1969, che l’intellettuale Josè Berganìn invia alla Zambrano. Entrambi sono in esilio. Ripercorre la loro intensa amicizia, una relazione iniziata negli anni ’30. Colpisce il tono intimo, quasi confessionale. I temi sono spesso di natura politica, documentano il periodo in cui la filosofa fa parte dell’ETA.
Il terzo volume La nostra patria segreta raggruppa le lettere, 1977-1985, tra la Zembrano e l’amico Edison Simons, intellettuale eclettico, interprete anche di tradizione sapienziale. Ed è proprio sul terreno della conoscenza esoterica che si accresce un legame di amicizia indissolubile.
Tre epistolari di Maria Zambrano, la felice opportunità di incontrare la pensatrice anche nella veste di feconda scrittrice di lettere. Un invito ad una lettura, come afferma la Buttarelli, «balsamo dell’anima».
Corinna Albolino

Originaria di Mantova, vive e lavora a Verona. Laureata in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è poi specializzata in scrittura autobiografica con un corso triennale presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo). In continuità con questa formazione conduce da tempo laboratori di scrittura di sé, gruppi di lettura e conversazioni filosofiche nella città. Dal 2009 collabora con il giornale Verona In. corinna.paolo@tin.it
