Sabato 20 aprile, alle 18.30 a Spazio Isolo 17 si tiene la mostra dell’artista Rosario Rizzo, curata da Daniela Rosi
“Vieni, ti racconto una storia, la mia storia, la storia di Rosario”. L’invito è intrigante perché dell’artista Rosario Rizzo si sa poco o nulla. In modo del tutto singolare per una mostra, è dunque lui stesso ad auto-presentarsi nell’inaugurazione della personale dedicatagli da Spazio ISOLO 17, sabato 20 aprile 2013, alle 18.30. E sceglie di raccontare di sé, della sua vocazione, del suo percorso pittorico attraverso le sue opere. Immagini potenti di un giovane artista marginale, per il quale forse questo mondo non è stato “il migliore dei mondi possibili”. Oggi però la sorte o il volere di un buon demone gli offre un’occasione importante. L’opportunità di esporre, mostrare, far conoscere i suoi lavori. Proprio qui nell’accoglienza magica di Spazio ISOLO 17, un luogo di ricerca e sperimentazione artistica che ora può anche contare sul sostegno all’outsider art della Fondazione Cattolica di Verona.
Di Rosario Rizzo si sa che è siciliano di origine, che non nasce dal nulla di sé, non è un autodidatta, perché ha alle spalle un percorso accademico frequentato a Bagheria, poi a Palermo. Un’abilità acquisita, coltivata, traspare infatti dai dipinti. C’è maestria nel segno preciso, si nota una buona mano nel modellare le forme, si coglie una tecnica sapiente nell’uso del colore. Ma è in particolare la potenza immaginifica dei suoi grandi dipinti carichi di sgargianti simbologie a parlarci di Rizzo. Induce ad ipotizzare delle metamorfosi nel suo itinerario di artista. Porta a pensare che ad un certo punto qualcosa sia accaduto. L’identità sia per così dire mutata. I percorsi, perdendo la loro linearità, abbiano indirizzato Rosario altrove. Quando tutto appare confondersi, accade infatti che lo scenario cambi radicalmente, la creatività chieda una nuova energia emotiva, esplori altre ispirazioni. E’ così che l’immaginario si popola dei simboli dei miti, disseppellisce i sedimentati archetipici di una psiche collettiva. In un tempo ed in uno spazio che perdono le loro scansioni, il vissuto personale si mescola allora alla memoria dell’umanità, il sacro si mescola al profano. Le figure che emergono da questo caos visionario, spalancandosi allo sguardo, appaiono inquietanti, urtano per la fantasmagoria delle forme, la violenza dei colori. Nel cortocircuito dei rimandi l’evocazione corre al perturbante dell’anima. Di questo sfondo che ci seduce e ci provoca insieme, forse ci dirà qualcosa Rosario Rizzo nella sua autopresentazione. Rimaniamo in attesa.
Corinna Albolino

Originaria di Mantova, vive e lavora a Verona. Laureata in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è poi specializzata in scrittura autobiografica con un corso triennale presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo). In continuità con questa formazione conduce da tempo laboratori di scrittura di sé, gruppi di lettura e conversazioni filosofiche nella città. Dal 2009 collabora con il giornale Verona In. corinna.paolo@tin.it
