Dopo sedici repliche da tutto esaurito nell’estate del 2012, la storia dello scalpellino dei monti Lessini Toni delle croci di Alessandro Anderloni verrà rappresentata dal fruppo Le Falie al Teatro Ristori sabato 9 marzo (alle 21) e domenica 10 marzo (alle 17.30).
La nona commedia del gruppo teatrale di Velo Veronese è una storia vera. È la misteriosa vicenda di Antonio Paggi, conosciuto in Lessinia come l’uomo che innalzò «la casa delle croci» nella minuscola contrada Bazani. Nato a Roveré di Velo il 7 dicembre del 1879, imparò presto l’arte di muratore e scalpellino, per lavoro viaggiò in Prussia e Germania prima di essere mandato a fare una guerra che non voleva. «Na schegia nel servel la l’à fato nar via de testa» dissero i compaesani quando Toni, nel 1916, fece ritorno dal Monte Croce Carnico con una ferita alla mascella e si ritirò, in solitudine, ai Bazani a costruire la propria abitazione.
Solitario e introverso, scolpì croci per il resto della vita: sulle pietre angolari delle stanze, sulle lastre del pavimento, sugli stipiti di porte e finestre, sui muretti a secco che circondano la contrada, nelle grotte e nei nascondigli sotterranei dell’edificio, rimasto incompiuto. Il 7 febbraio del 1944 Antonio Paggi fu ammazzato sulla porta di casa, da un colpo di fucile alla schiena. Dell’omicidio nessuno seppe dare spiegazioni, né alcun testimone oculare poté confermare se fossero dei Repubblichini, dei soldati tedeschi, degli sbandati o semplicemente dei poco di buono qualsiasi a sparare a un uomo che ebbe l’unico torto di vivere una vita appartata, conservando la libertà di starsene per conto proprio.
La vicenda umana di Toni «il matto», raccolta dalla voce degli ultimi testimoni e ricavata dalle poche notizie scritte su di lui, fa parte di quella lunga serie di protagonisti del microcosmo della storia che, negli spettacoli de Le Falìe, sono innalzati a figure emblematiche e la cui testimonianza di vita acquista valore universale.
Con 18 attori e attrici, Toni delle Croci è lo spettacolo con il minor numero di interpreti in scena tra quelli presentati de Le Falìe. Autore di testo e regia, Alessandro Anderloni ha scelto di sdoppiare la narrazione, e di sdoppiare lo stesso protagonista, mettendo sul palcoscenico i suoi trent’anni (tra il 1907 e 1916) e insieme gli ultimi giorni di vita, nell’inverno del 1944.
All’essenziale è ridotta la scenografia, dove sul nero risaltano oggetti che profumano di antico: i vecchi tavoli, la credenza, il secchiaio con casseruole e paioli. Scuri sono anche l’ampio tabarro e il cappello che Toni indossa quando, con la consueta cantilena, trascina a terra l’inseparabile bastone. Al centro della rappresentazione campeggia una croce di pietra, uguale a quelle scolpite da Paggi e realizzata da uno scalpellino della Lessinia: uno degli ultimi ad aver conosciuto “l’uomo delle croci” e ad averne raccolto i segreti nel lavorare la pietra. Le musiche sono dello stesso compositore di Velo Veronese, eseguite al violoncello da Paola Zannoni. I costumi, curati da Giulia Corradi, sono spesso originali dell’epoca, raccolti nella preziosa collezione di abiti e oggetti antichi che Le Falìe custodiscono nella loro sede, la Sala dei Centomila, a Velo.
Biglietti a partire da 12 euro. Possono essere acquistati on line sul circuito www.geticket.it, presso il Box Office di via Pallone 12/a e nelle filiali Unicredit. Alla cassa del teatro sarà possibile acquistare biglietti soltanto nei giorni di spettacolo. Informazioni su www.lefalie.it, al numero 347 7137233 o scrivendo a lefalie@lefalie.it.