La Migliore offerta di Giuseppe Tornatore è un genere drammatico-thriller e racconta una assurda e contorta storia d’amore che ruota intorno ad un meccanismo quasi perverso e sospeso tra realtà e finzione.
In un contesto sfuocato e girato in un ambiente non ben identificabile tra Praga, Vienna, Bolzano e Trieste, il film suggerisce e racconta la fascinazione ossessiva per l’arte e la bellezza in un gioco di costruzione e distruzione tra il vero e il falso: il meccanismo è tutto, significante e significato.
La storia è quella di un grande e ricco banditore d’asta , il geniale attore Geoffrey Rush, che per una vendita particolare entra in rapporto con una giovane agorafobica, bloccata dietro una porta e chiusa nel suo mondo. Ne nasce una strana storia d’amore che si snoda e si racconta come un noir con uno spirito barocco e una carica allegorica tra l’incredibile e il verosimile.
Nella seconda parte il racconto è costruito come un meccanismo ad orologeria: l’uomo è attirato dagli ingranaggi che il suo “amico” assembla nella ricostruzione di un automa che diventa il simbolo del suo percorso. E la scena finale si chiude tra i meccanismi ad orologeria di un locale di Praga in cui il protagonista e la sua storia restano intrappolati.
Interpreti tutti stranieri per questo ultimo film del nostro regista, tra tutti Geoffrey Rush rappresenta con intensità e puntiglio un personaggio difficile da decifrare.
L’opera nasce da due progetti che lo stesso Tornatore aveva nel cassetto da anni e sviluppa una ricerca iniziata all’epoca di Una pura formalità. Con questo film, infatti, il regista ha dichiarato di aver voluto iniziare un viaggio diverso, lontano dalla sua terra, per salpare in un mondo cinematografico di altra natura.
Lontano dai suggerimenti vagamente politici degli altri film, La migliore offerta rivela una splendida fotografia, una regia e una musica di grande livello. La storia e la narrazione hitchockiana riprendono lo stile simbolico dei grandi, ma suggeriscono una certa difficoltà a trasportare il film ad alte vette.
La migliore offerta parteciperà alla prossima Berlinale.
Cristiana Albertini