di Paolo Ricci
Il giorno della Befana in Brà si è dato fuoco alla “vecia”. Principale sponsor AGSM. Insomma, la nostra municipalizzata non ce l’ha proprio fatta a trattenersi, dopo la bocciatura in Regione dell’inceneritore di Ca’ del Bue. La frustrazione è stata troppo grande, ci voleva una valvola di sfogo. E allora, almeno, si faccia un gran falò, si bruci qualcos’altro, un surrogato socialmente più accettabile. E così è stato. Non si è trattato proprio di un’iniziativa adeguata per la piazza simbolo di una città che aspirerebbe ad essere città d’arte. Ma che importa, ciò che conta è fare spettacolo, attirare gente, tanta. Insignificante è il chi e il come. Al diavolo (quindi alle fiamme) ogni velleità culturale che non si addice ai “barbari”, quelli della canzone di Gaber, a dieci anni dalla morte.

Paolo Ricci, nato e residente a Verona, è un medico epidemiologo già direttore dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Agenzia di Tutela della Salute delle province di Mantova e Cremona e già professore a contratto presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia in materie di sanità pubblica. Suo interesse particolare lo studio dei rischi ambientali per la salute negli ambienti di vita e di lavoro, con specifico riferimento alle patologie oncologiche, croniche ed agli eventi avversi della riproduzione. E’ autore/coautore di numerose pubblicazioni scientifiche anche su autorevoli riviste internazionali. Attualmente continua a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità per il Progetto pluriennale Sentieri che monitora lo stato di salute dei siti contaminati d’interesse nazionale (SIN) e, in qualità di consulente tecnico, con alcune Procure Generali della Repubblica in tema di amianto e tumori. corinna.paolo@gmail.com
