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Paolo Ricci, presidente Voltapagina: «Ecco il nostro Manifesto»

Voltapagina vuole promuovere la cultura nella sua essenza, che è spirito critico valorizzando le esperienze del “sottosuolo”. Senza questo percorso non è possibile ipotizzare di riscrivere la “P” di politica con la lettera maiuscola. L’associazione nasce attorno al periodico Verona In, il giornale di inchiesta, a dieci anni dal primo numero

Ieri sera l’associazione culturale Voltapagina ha iniziato ufficialmente la propria attività nella chiesa di Santa Maria in Chiavica, alle 18.30, presentando la performace Processo agli alberi. Di seguito pubblichiamo la presentazione dell’associazione fatta dal presidente Paolo Ricci. Qui invece una breve cronaca dell’evento.

Buonasera a tutti e grazie di essere qui. Sono Paolo Ricci, presidente dell’associazione Voltapagina che ha promosso questa rappresentazione insieme con i soci fondatori: Corinna Albolino, Luciano Butti, Vincenzo Di Matteo, Gianni Falcone (autore del bel video che abbiamo visto), Stefano Fittà, Giorgio Montolli, Antonio Morreale e Carlo Trentini. Pochi minuti per contestualizzare l’iniziativa.

Davanti a voi sono scorse delle immagini che oltre ad anticipare chiaramente il tema della serata hanno un valore simbolico, nel senso etimologico del termine, perché rimandano ad altro. Questo altro è la distruzione del territorio e il degrado della città sotto diversi profili, le cui bandiere issate più in alto sono l’inceneritore di Ca’ del Bue e il traforo delle Torricelle, opere inutili prima ancora che dannose.

A queste immagini se ne sono alternate però delle altre. Sono le iniziative culturali che coinvolgono diverse espressioni artistiche, le forze positive che si contrappongono alla distruzione. La cultura è quindi la prima connotazione della nostra associazione, però una cultura non intesa come cenacolo di sapienti, ma come processo di trasformazione sociale. Infatti, nessuna informazione o concetto, veicolato dai media, rete web compresa, può essere percepito come interessante, stimolante o semplicemente utile se non si dispone degli strumenti culturali per comprendere e interpretare i fatti che, come diceva Nietszche, di per sé sono stupidi. Una cultura agente che sappia incrociare l’economia non per cercare sponsor in cambio di lodi al Principe. L’incrocio, prima che per ragioni etiche, estetiche o ideologiche, avviene per ragioni intrinseche, oggettive.

Infatti un’economia fondata sulla produzione illimitata di beni materiali, rispetto ai quali non si possa mai dire «mi basta così», è al tramonto. Il nostro Pianeta è finito, nel senso letterale del termine, perché le sue risorse sono limitate. Lo sono le sue materie prime, le sue fonti energetiche e, più radicalmente, i suoi elementi costitutivi, quelli delle tavola periodica di Mendeleev, che non si possono creare dal nulla. Anche i nostri rifiuti eccedono la nostra capacità di metabolizzarli, pur se riciclassimo tutto. Se tutti consumassero come oggi fa l’Occidente, non basterebbero quattro pianeti per mantenerci.

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La nostra economia incontra quindi un limite fisico ancor prima che ideologico. Non a caso il domenicale de Il Sole 24 ore, il giornale di Confindustria, ha coniato lo slogan Niente cultura niente sviluppo. In questo senso l’alternativa di un nuovo modello di sviluppo, a differenza del passato, è una necessità. Questa la novità. Per questo i nuovi beni di consumo, che eccedono il soddisfacimento dei bisogni vitali, si dovranno basare sulla manutenzione del territorio, del paesaggio, del patrimonio artistico, sulla tutela dei beni comuni: aria, acqua e terra. Dovremo diventare produttori di beni immateriali e “consumatori di pensiero”. E in questo solo la cultura può soccorrerci. L’innovazione tecnologica ci può aiutare invece a gestire al meglio le risorse materiali ancora disponibili. La riduzione delle disuguaglianze sociali invece, ad evitare l’esplosione di conflitti insostenibili. Sappiamo che nel sottosuolo della nostra città pullulano iniziative culturali di vario genere che abbracciano anche questi ambiti e un ampio spettro di espressioni artistiche, ma che non riescono ad emergere, ad intercettare i media, a rendersi visibili e quindi ad innescare processi virtuosi di trasformazione sociale. Al massimo qualche francobollo sul quotidiano locale, a fianco di manifestazioni di folclore.

Noi però disponiamo di un alleato importante, il giornale on-line Verona in, prima periodico cartaceo intorno al quale si è formato il nucleo dei soci fondatori di Voltapagina. Attraverso Verona in vogliamo dare visibilità a coloro che abitano questo sottosuolo, non fornendo un semplice spazio su cui affiggere i propri manifesti pubblicitari, ma un luogo di presentazione edanche di auto-presentazione di esperienze e contenuti, che, attraverso un confronto anche serrato, obblighi gli interlocutori ad approfondire e a perfezionare le proprie posizioni. E’ quello che abbiamo chiamato metodo socratico e che intende ispirare sia Voltapagina che Verona in, compreso il giornalismo di inchiesta.

Promuovere quindi la cultura nella sua essenza che è spirito critico. Senza questo percorso non è possibile anche solo ipotizzare di riscrivere la “P” di politica con la lettera maiuscola, comunque la si pensi.

Paolo Ricci
Presidente Voltapagina

Il manifesto di Voltapaginain formato pdf
Per iscriversi a Voltapagina telefonare il mattino al numero 045.592695

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Written By

Paolo Ricci, nato e residente a Verona, è un medico epidemiologo già direttore dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Agenzia di Tutela della Salute delle province di Mantova e Cremona e già professore a contratto presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia in materie di sanità pubblica. Suo interesse particolare lo studio dei rischi ambientali per la salute negli ambienti di vita e di lavoro, con specifico riferimento alle patologie oncologiche, croniche ed agli eventi avversi della riproduzione. E’ autore/coautore di numerose pubblicazioni scientifiche anche su autorevoli riviste internazionali. Attualmente continua a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità per il Progetto pluriennale Sentieri che monitora lo stato di salute dei siti contaminati d’interesse nazionale (SIN) e, in qualità di consulente tecnico, con alcune Procure Generali della Repubblica in tema di amianto e tumori. corinna.paolo@gmail.com

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