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Cultura

San Pietro in Monastero: Verona e l’arte irregolare da Carlo Zinelli a oggi

Autentiche Visioni. Verona e l’arte irregolare da Carlo Zinelli a oggi, è il tema della mostra che si tiene dal 9 novembre 2012 al 27 gennaio 2013, nella chiesa di San Pietro in Monastero di Verona, che è stata presentata oggi e che intende celebrare il legame tra genio creativo e follia che nell’orbita di Verona trova uno spazio antico e speciale

Autentiche Visioni. Verona e l’arte irregolare da Carlo Zinelli a oggi, è il tema della mostra che si tiene dal 9 novembre 2012 al 27 gennaio 2013, nella chiesa di San Pietro in Monastero di Verona, che è stata presentata oggi e che intende celebrare il legame tra genio creativo e follia che nell’orbita di Verona trova uno spazio antico e speciale.

Alla conferenza di presentazione erano presenti Flavio Tosi (sindaco di Verona), Paolo Biasi (presidente della Fondazione Domus), Fausto Sinagra (vicepresidente della Fondazione Domus), Ugo Soragni (direttore regionale Soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici del Veneto), Luca Massimo Barbero (coordinatore scientifico) e Carole Tansella (curatrice della mostra).

Sul finire degli anni Cinquanta tra il manicomio di San Giacomo alla Tomba di Verona e Villa Idania di Garda, si sviluppa un modello di comunità umana e solidale, che non conosce sbarre alle finestre e porte serrate, dove l’arte ingenuamente si intreccia con la terapia, e che trova il proprio degno e complementare termine contemporaneo nell’atelier d’arte Omino Bianco Azzurro, ospitato oggi nel Centro di Salute Mentale di Verona Sud.

Gli atelier di arte libera nati da un’intuizione grande e generosa dello scultore Michael Noble e della moglie Ida Borletti, sono l’atto fondativo di una parabola artistica unica. Il fronte storico della mostra è rappresentato dai disegni di cinque artisti, di cui uno, Carlo Zinelli, di fama internazionale.

Le opere dei quattro colleghi di Zinelli, a lungo tempo conservate dal Comune di Garda, sono oggi finalmente esposte nella città che le ha viste nascere. Sono visioni dense e potenti, raccontate con un vocabolario che ci stupisce ancora per la modernità.

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La sezione centrale della mostra è dedicata all’opera di Carlo Zinelli, il cui nome rappresenta il vertice dell’Art brut italiana, oggi presenza apprezzata al fianco dei grandi personaggi della storia dell’arte. I suoi lavori ci sorprendono per la varietà delle soluzioni espressive, capaci di toccare tutti i grandi temi della vita e per un senso del colore straordinario e raffinato.

Il nuovo fronte dell’arte irregolare è rappresentato dalle opere di sei artisti autodidatti dell’Atelier OBA – Omino Bianco Azzurro. Per la prima volta, disegni, tele, arazzi e sculture escono dallo spazio protetto dell’atelier per esibirsi pubblicamente sul palcoscenico cittadino. Le opere di tutti gli artisti in mostra sono il frutto di pratiche artistiche individuali e indipendenti dalle regole del mercato e della critica. Sono autentiche visioni che disvelandosi con forza inattesa ai nostri occhi, continuano a interrogarci sulla natura stessa dell’arte.

Un catalogo, con testi in italiano e in inglese, approfondisce la vicenda della storia dell’arte irregolare veronese nei suoi più diversi aspetti, grazie ai contributi della curatrice Carole Tansella, del critico Luca Massimo Barbero, dello psichiatra Vittorino Andreoli e alla testimonianza dello scultore Pino Castagna. Nell’ambito della mostra sono organizzate visite guidate e laboratori educativi gratuiti per adulti e scuole, a cura di Lorenza Roverato.

1 Comment

1 Comment

  1. daniela rosi

    18/11/2012 at 16:17

    Oggi sono andata a visitare la mostra Autentiche Visioni. Carlo Zinelli è un grande artista e, seppure noto a Verona, vale sempre la pena riproporlo. La sezione dedicata agli altri artisti presenti nell’atelier di Michael Noble, molto meno conosciuti di Zinelli, è poco documentata e la parte contemporanea praticamente non è documentata. Il solo atelier di Borgo Roma, infatti, è una parte minima rispetto all’esistente. Inoltre ci sono diverse imprecisioni nelle note che documentano la realtà dell’attuale atelier di Borgo Roma (che, tra l’altro, non si chiama Omino Bianco Azzurro). Questa mostra, purtroppo, è una occasione mancata per far conoscere cosa davvero esiste oggi a Verona, che è molto di più di quanto questa esposizione sia riuscita a mostrare.

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