16/10/1992. Rigoberta Menchú Tum (Uspantán, 9 gennaio 1959), una pacifista guatemalteca, riceve il Premio Nobel per la Pace, conferito in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene. Il premio le è stato conferito anche per il successo della sua biografia, Mi chiamo Rigoberta Menchú, uscita nel 1987 e curata dall’antropologa Elisabeth Burgos. Il libro l’ha resa celebre facendo conoscere la sua singolare storia.
Rigoberta racconta di aver iniziato a lavorare come bracciante agricola migrante all’età di 5 anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli e dei suoi amici. Da adulta, si unì a membri della sua famiglia in azioni contro i militari per i loro abusi dei diritti umani. La violenza la costrinse all’esilio nel 1981. Nel 1991 prese parte alla stesura da parte delle Nazioni Unite di una dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni.
Dopo un po’ di tempo Rigoberta Menchú è ritornata in Guatemala per lavorare al cambiamento del suo paese dove, nel 1999, ha cercato di far processare in un tribunale spagnolo l’ex dittatore militare Efraín Ríos Montt, per crimini contro la popolazione spagnola e guatemalteca. Nel 2002 Rigoberta Menchú Tum è stata insignita della cittadinanza onoraria di Caorle (Venezia). Nel 2007, in occasione delle elezioni presidenziali del 9 settembre, si è candidata a capo della sinistra, ricevendo appena il 3% dei voti.