di Corinna Albolino
Il bello della bicicletta è che non solo ritempra il corpo, ma anche ristora lo spirito. Ci assicura insomma una condizione di ben-essere. A questo mirano le pedalate ciclosofiche, organizzate da qualche tempo dagli Amici della bicicletta di Verona, che incontrano largo consenso. Non a caso, ciclo-sofia traduce il binomio bicicletta-sapienza. Più nello specifico, si tratta di incontri culturali che di volta in volta vengono associati alle escursioni fuori porta di fine settimana. Dialoghi, riflessioni, con esperti dei diversi campi del sapere che rappresentano un modo edificante per tenere in sintonia corpo e anima, il vigore fisico e la dinamis della mente. Proprio perché l’uomo, il nostro ciclista, è questa indissolubile unità. Tutto ciò era del resto già noto agli antichi greci che, a partire da questa concezione, elaborarono, attraverso la speculazione di Platone, l’idea di una paidèia, educazione, diretta a sviluppare, nel significato di portare a perfezione, sia le capacità del corpo che quelle dell’anima. Le prime con gli esercizi ginnici, le seconde per mezzo di tutte le arti ispirate dalle Muse: poesia, canto, danza e musica. A queste si aggiungevano, per coloro che erano destinati a diventare governanti, la matematica e la filosofia. Dunque l’obiettivo, fin dagli albori della nostra civiltà, era la formazione dell’uomo nella sua interezza. Questo vale ancora oggi. Nonostante la società si sia evoluta divenendo complessa e tutti i saperi, istituendosi come scienze, abbiano delimitato un loro specifico campo di interesse, permane tuttavia la visione filosofica di unitarietà della persona, alla cui ricchezza concorrono tutte le ricerche. Dunque ben venga ogni occasione orientata ad occuparsi della salute di corpo e anima. Nel merito le pedalate ciclosofiche, preparate con cura e perizia da un abile accompagnatore, riescono appunto nell’intento di coniugare il buon equilibrio del corpo, al quale restituiscono plasticità, mobilità, forza, con la ricchezza del pensiero. In particolare, l’offerta di una trasversalità di conoscenze umanistiche, scientifiche, religiose, di racconti di vita, regole di saggezza, feconda l’intelletto, lo forma al senso critico, alla pratica del discorso. Nelle soste di ristoro previste dalle biciclettate, in un luogo accogliente, magari attorno ad una festosa tavola imbandita, Il confronto dialettico con il filosofo, l’antropologo, il religioso delle diverse confessioni, l’antroposofo risulta allora stimolante per l’apprendimento. Come per incanto è il mondo con tutte le sue narrazioni ad irrompere nel convito e a coinvolgere con la sua carica mitologica, simbolica, tutti i partecipanti. Una strana sensazione insorge. La mente del nostro ciclista comincia a pedalare sempre più velocemente, si misura con le tortuosità dei ragionamenti, si destreggia con i percorsi più impervi, sfida le perturbazioni del tempo e dell’anima. Insomma, capita al nostro ciclista di compiere in sella una indimenticabile volata nell’infinità del pensiero

Originaria di Mantova, vive e lavora a Verona. Laureata in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è poi specializzata in scrittura autobiografica con un corso triennale presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo). In continuità con questa formazione conduce da tempo laboratori di scrittura di sé, gruppi di lettura e conversazioni filosofiche nella città. Dal 2009 collabora con il giornale Verona In. corinna.paolo@tin.it
